In occasione della Festa della Donna, abbiamo il privilegio di conversare con Maria Pia Macchi, antropologa e presidente dell’associazione Magia Verde, che da anni si dedica alla promozione della sostenibilità attraverso progetti che coinvolgono attivamente donne e bambini. In Italia ha promosso numerosi percorsi educativi, a cui ha partecipato anche la Latteria di Chiuro. Il suo libro “Andar per erbe: la circolarità di un’antica tradizione” (Foraging Judicaria 2023) ci invita a riflettere sull'importanza della conoscenza tradizionale delle piante officinali, che le donne hanno custodito per centinaia di anni, come una risorsa per il benessere individuale e la costruzione di una società più equa e consapevole.
In questa intervista, approfondiremo come le donne possano essere protagoniste nel preservare questa conoscenza e trasmettere il suo valore anche agli uomini, affinché si crei una rete di condivisione e sostegno reciproco, capace di affrontare le sfide della nostra epoca.
Maria Pia Macchi, antropologa, scrittrice, educatrice, impegnata nella conduzione di progetti interculturali, è presidente dell’associazione Magia Verde, che ha fondato nel 2003 con l’obiettivo di promuovere pratiche sostenibili per proteggere ambiente e biodiversità. Nella comunità del sud dell’India che sostiene, la sua attività ha consentito di recuperare la cultura delle piante officinali e di valorizzarne l’impiego terapeutico. Sta inoltre supportando da anni un gruppo di famiglie, per assicurare l’istruzione di donne e bambini e promuovere momenti di aggregazione volti a superare le criticità legate alla povertà, anche da un punto di vista educativo. In Guatemala partecipa al progetto AlimentAcción, AID_012590/10/0, per la sicurezza alimentare della comunità maya di Totonicapàn e Sololà, finanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, realizzato dall'Associazione Centro Orientamento Educativo ETS in collaborazione con Asociación CDRO, Asociación Vivamos Mejor, Atz’Anem k’oj, CONADI Guatemala e il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali–UNIMI.
Su questi temi promuove anche in Italia percorsi di ricerca-azione che rappresentano un punto di riferimento per le scuole aiutandole a sviluppare esperienze sulla biodiversità, sull’ascolto, sull’alimentazione sostenibile, in integrazione ai programmi didattici. Ha promosso i progetti Vivi la merenda, La natura che bontà, A tavola, insieme c’è più gusto, Buon giorno a tavola, Il gusto della natura, La via del latte fra tradizione e futuro, che hanno avuto il supporto anche dalla Latteria di Chiuro. È coautrice di diversi libri, fra cui Connecting Indian Wisdom and Western Science: Plant Usage for Nutrition and Health; Foraging Judicaria. Andar per erbe dal Garda alla Rendena.
Intervista a Maria Pia Macchi
Essere in armonia con la natura
Nel suo testo racconta di una cultura tradizionale in cui gli esseri umani sono in armonia con la natura. Tuttavia, oggi siamo immersi in un sistema consumista che mette in pericolo questa connessione. Quali strumenti ritiene possano aiutare a recuperare un equilibrio?
Sono convinta dell’importanza di recuperare un contatto il più profondo possibile con la Natura e per fortuna ci sono moltissime persone che lo stanno facendo, in modo spesso silenzioso, ma intenso e sentito, nella pratica di ogni giorno. Ci sono luoghi che rendono più facile l’esperienza, ma anche nelle città può nascere questo bisogno che va ascoltato e nutrito. Dobbiamo innanzitutto uscire dalla limitante visione dualistica che da troppo tempo caratterizza la società in cui viviamo e comprendere che siamo semplicemente parte di un tutto. Solo così potremo sentire amore e rispetto per tutti gli esseri viventi, piante e animali, desiderare la loro felicità che sarà anche la nostra. Io ho avuto bisogno di un fortissimo stimolo per percepire l’unione di ognuno di noi con l’armonia dell’universo: l’incontro con le donne quechua del Rio Napo, nella foresta amazzonica. Ci sono luoghi che hanno un potere capace di rendere tutto più facile, anche più vicini di quanto si possa pensare. L’Italia ne è ricca, dipende dal modo in cui decidiamo di viaggiare e di ascoltare.
Mettersi in ascolto
Nel libro lei parla della "Magia Verde" come dell'energia creatrice e rigeneratrice legata alla Madre Terra. Come questa visione si traduce nei progetti che portate avanti con l’associazione Magia Verde di cui Lei è presidente, e che ruolo svolgono le donne in questo processo?
Credo che un grande problema sia la perdita della capacità di ascolto. Lo percepisco continuamente nelle relazioni di ogni giorno. Possiamo imparare molto ascoltando gli esseri della natura. Personalmente ho imparato molto dalle piante, così profondamente legate a noi donne. Pensiamo alle leggende di tante parti del mondo, ai nostri miti greci. Quante piante un tempo erano donne? Da una intensa relazione con le piante è nato il mio forte interesse per la Medicina tradizionale, quella che le donne dell’Amazzonia chiamano “Magia Verde”, che è diventato il nome della onlus fondata nel 2003. Il primo progetto è stata la creazione di un giardino di piante medicinali in India, per valorizzare il loro uso e perché le donne dei villaggi vicini potessero ritrovare un sapere perduto. Grazie alla preziosa collaborazione della ONG nostra partner, Vivekananda Kendra, abbiamo organizzato molti corsi sull’uso delle piante del pronto soccorso casalingo, coltivandole e distribuendole nei piccolissimi giardini dei villaggi. Questa attività mi ha fatto capire che le persone più interessate e coinvolte erano bambine e bambini e ho cominciato a lavorare con loro. Il sapere tradizionalmente femminile deve allargarsi alle future generazioni, a tutti, donne e uomini.
Educare
Il testo sottolinea la perdita di connessione con la natura che caratterizza la nostra società, a causa dell'accelerazione tecnologica e dei cambiamenti nel nostro stile di vita. Secondo Lei, quale tipo di educazione è necessaria per riscoprire e rafforzare questo legame, e come possiamo rendere le donne protagoniste di questa educazione, coinvolgendo anche i ragazzi e gli uomini?
In Guatemala ho potuto constatare come le donne maya creano questa consapevolezza di rispetto e amore per la terra nei loro orti familiari, portando con sé i bambini e le bambine, fin da piccoli, mentre seminano, coltivano e raccolgono i doni della Madre Terra. Nell’interscambio pratico di saperi si conserva una saggezza antica che non va persa, come avveniva nel tempo in cui non c’erano televisione e cellulari e la gente si riuniva davanti al fuoco, durante lunghe serate dense di racconti.
L’importanza di essere insieme
Le tradizioni culturali delle popolazioni amazzoniche ci parlano di un sistema di condivisione e rispetto reciproco. Come possiamo trasmettere questo messaggio alle donne di oggi per favorire una cura paritaria dell’ambiente?
In Italia, la cura degli orti, il rapporto con le piante e con il cibo sono il cuore delle attività che proponiamo nei nostri progetti educativi. Si tratta di attività strettamente connesse all’aggregazione sociale, al senso di comunità, di partecipazione e di condivisione. Cerchiamo di coinvolgere diverse generazioni. Gli anziani, in particolare, la cui esperienza diventa centrale per allargare gli orizzonti a usanze ed esperienze di generazioni diverse. Ci ispiriamo alla tradizione dei “filò”, veglie invernali che riunivano vicini e famigliari in luoghi caldi, come le stalle, per rendere comuni racconti ed esperienze in cui il presente si intrecciava col passato. Questo stare e fare insieme è la base della condivisione dei saperi.
Un sapere allargato
Nel testo, si racconta come bambini e bambine possano riscoprire un legame profondo con la natura, imparando dai loro genitori e dai loro anziani. Quali sono, secondo lei, i benefici che questa conoscenza tradizionale può portare al benessere delle nuove generazioni, e come possiamo incoraggiare le donne a svolgere un ruolo guida, come custodi di questa cultura e mediatrici tra passato e futuro?
È importante condividere nella vita di ogni giorno, in modo pratico e partecipativo, la cura dell’ambiente, per la salute nostra e del pianeta. Ogni piccolo atto quotidiano basato su questa consapevolezza ha una sua utilità e conta più di tante parole prive di riscontro pratico. Nei libri scritti in collaborazione con il Centro Studi Judicaria proponiamo l’andar per erbe come stimolo a un rapporto olistico con il mondo della Natura, un momento di profonda interazione in cui tutti i nostri sensi sono coinvolti.
Nelle interviste e negli incontri in Italia, in India, in Guatemala ho capito che la magia verde non può più essere solo un sapere femminile, ma deve allargarsi a tutti, nell’amore per la Madre che ci unisce e ci nutre.
Coltivare la gratitudine
Pensa che attraverso un'educazione più inclusiva e paritaria si possa ripristinare una connessione più profonda con la terra anche in contesti modernizzati?
Nei progetti educativi di Magia Verde abbiamo creato situazioni di interscambio per valorizzare e diffondere questi valori. Le comunità dell’India e del Guatemala mi hanno insegnato moltissimo, in particolare il concetto di sacralità della natura e il bisogno di ringraziare, sempre, per ogni dono che ci dà la terra. Questa abitudine si è persa nella nostra società, in cui tutto sembra dovuto. La cooperazione deve basarsi su un interscambio di saperi per una crescita condivisa e consapevole di pace, rispetto e armonia.
Maria Pia Macchi, Sara Maino, Fiorenza Tisi Foraging Judicaria.
"Andar per erbe, la circolarità di un’antica tradizione Foraging Judicaria II" 2023
Carla Barzanò
Carla Barzanò, dietista, giornalista, esperta di didattica dell’educazione alimentare, autrice di diversi libri dedicati ai bambini e alle famiglie, conduce dal 1989 laboratori di cucina e di assaggio per adulti e bambini. Ha progettato e coordinato numerosi progetti di educazione del gusto costantemente monitorati e rinnovati con la metodologia della ricerca-azione, con l’obiettivo di valorizzare gli aspetti quotidiani dell’alimentazione. In queste sedi ha incontrato un folto gruppo di interlocutori, di ogni fascia d’età. Si impegna a divulgare pratiche per una alimentazione sostenibile in sintonia con gli obiettivi dell’agenda Onu 2030.