Il 2022 è un anno speciale per la Latteria di Chiuro: il 4 aprile ha festeggiato i 65 anni, un traguardo importante per quella che nel 1957 poteva sembrare solo la scommessa di 22 allevatori valtellinesi, i soci fondatori. L’anniversario è stato anche l’occasione per ricordare come l’azienda sia cambiata nel corso degli anni.
La sede storica
“Chi entra in Latteria di Chiuro oggi si trova in un caseificio moderno ed efficiente. Quando ho iniziato io la sede era una casa su due piani, con una grande cantina per la stagionatura dei formaggi”. Esordisce così Antonio Faccinelli, capo casaro dal 1990 al 1997. “Io sono figlio di un socio, prima di andare a scuola mio padre mi faceva passare in Latteria a consegnare il latte, che trasportavo in una brentina".
Una grande famiglia
Gianpietro Balzarolo, casaro, e Michele Pasini, prima autista e poi commerciale, raccontano di come fosse forte il senso di appartenenza e la soddisfazione per i risultati ottenuti. “Il lavoro cominciava alle 4 per tutti e tutti sapevano fare tutto. Eravamo una grande famiglia: nonostante qualche bisticcio, c'era sempre la voglia di tornare a sorridere e collaborare. Si lavorava sodo, si rideva e si scherzava, ma rispetto e buona volontà non sono mai mancati”.
La tecnologia, un grande aiuto
Il casaro Franzini, in Latteria dal 1995, sottolinea come la tecnologia abbia cambiato l’organizzazione del lavoro, ma non la soddisfazione di far bene il formaggio. “All’inizio i formaggi che producevamo erano quattro: lo Scimudin tradizionale, il grasso, il magro e il semigrasso. La cagliata si rompeva con lo spino”, racconta. Anche la produzione del latte è cambiata, racconta Bruno Cavalli, responsabile della logistica e magazzino. “Il latte alimentare era confezionato in una busta di plastica, poi a fine anni ‘70 si è deciso di passare al cartone. Il macchinario con la tecnologia che volevamo noi non esisteva ancora in Italia e l’abbiamo dovuto prendere in America: che emozione!”.
I ricordi del presidente
Franco Marantelli Colombin è presidente della Latteria di Chiuro dal 2005, ma i suoi ricordi partono molto prima, quando gli allevatori conferivano il latte appena munto e aiutavano gli operai a scaricarlo nelle bacinelle. “Erano importanti momenti di confronto, poi abbiamo trovato altre occasioni per condividere.”
Radici e prospettiva
Tanti ricordi diversi, ma con un tratto distintivo comune: il rispetto per le nostre radici unito ad un costante lavoro di innovazione, sia essa tecnologica o di prodotto, per valorizzare sempre al meglio la qualità del latte dei nostri conferenti. Accanto ai “classici” del territorio negli anni abbiamo aggiunto specialità innovative per la realtà locale come lo yogurt AlpiYò, la Panna Ghiotta, la mozzarella LaTTellina… E altre arriveranno: dopo 65 anni abbiamo ancora tanta voglia di futuro.