Prosegue il progetto “La via del latte fra tradizione e futuro”, un percorso di ricerca-azione dedicato alla produzione sostenibile del latte in Valtellina. L'iniziativa è promossa da Magia Verde Onlus, con il contributo di Ersaf, Regione Lombardia, Fondazione Pro Valtellina, Latteria di Chiuro e con il patrocinio dell’assessorato a cultura, educazione e istruzione del comune di Sondrio. Gli studenti dell'istituto tecnico agrario G. Piazzi e della scuola primaria Bruno Credaro di Sondrio, guidati dai loro insegnanti e affiancati da allevatori ed esperti, stanno raccogliendo esperienze per realizzare un documentario sul tema, con la supervisione del regista Michele Rovati. Tre classi pilota partecipano a visite guidate, interviste e ricerche, approfondendo aspetti chiave della produzione agricola e degli allevamenti locali. Vi raccontiamo alcune tappe di questo percorso, che potete seguire sulla pagina Instagram dedicata.
Perché il latte in primo piano?
In passato fonte irrinunciabile di nutrimento e cuore dell’economia di molte aree rurali, oggi gli allevamenti per la produzione di latte sono al centro di un vivace dibattito a causa del loro impatto, che in condizioni intensive può comportare un eccessivo sfruttamento delle risorse ambientali, creare sofferenza agli animali e pesare sul bilancio della CO₂, influenzando negativamente il clima. Ci sono, però, produttori che si impegnano per assicurare una produzione di latte sostenibile, salvaguardando tradizioni millenarie, soprattutto nelle zone montane, con scelte attente alle opportunità dell’innovazione. Approfondire queste tematiche con i giovani, può aiutarli a sviluppare uno sguardo consapevole sulla sostenibilità in relazione al cibo, migliorando le loro scelte e prevenendo lo spreco alimentare.
Quali aspettative?
Dopo il primo incontro del 17 ottobre, tutti i partecipanti hanno espresso apprezzamento per l’apertura di un dialogo tra generazioni con competenze differenti, che promuove il legame tra scuola, territorio e agricoltura, riavvicinando i giovani a un settore spesso trascurato. Alcuni studenti dell’agrario vedono il progetto come un’opportunità per uscire dalla routine scolastica e vivere un’esperienza innovativa e vitale.
Conoscere gli allevamenti attraverso aziende sostenibili
I tre allevamenti coinvolti offrono modelli diversi per approfondire la sostenibilità: l’azienda Marantelli Colombin è basata su tecnologie avanzate; l’azienda Tona segue le direttive per l’agricoltura biologica; l’azienda Rinaldi, alterna pascolo e stalla. Il 3 ottobre le classi pilota hanno visitato le due aziende più vicine, mentre la terza è stata documentata in un video.
Le impressioni dei partecipanti
Gli alunni delle classi primarie hanno vissuto la visita con entusiasmo, definendola "interessante", "divertente" e "affascinante". Alcuni commenti ironici raccontano di un’esperienza "muccosa" e "salivosa", corredata da odori non proprio piacevoli, ma questo non ha offuscato l’interesse nel vedere da vicino gli animali e capire come viene prodotto il latte.
Gli studenti dell’istituto agrario hanno trovato la visita "istruttiva" e "piacevole": entrambi i gruppi hanno confrontato le differenze tra le aziende apprezzando sia l’efficienza dell’automazione che l’alternativa più manuale e rurale.
Anche gli insegnanti hanno definito la visita "istruttiva". La possibilità di fare interagire i più piccoli con gli animali è stata considerata un successo, soprattutto quando un bambino, inizialmente timoroso, ha trovato il coraggio di avvicinarsi e accarezzare una mucca. Per rendere il percorso ancora più coinvolgente, i docenti auspicano di integrare attività pratiche in eventuali visite future.
Approfondire e raccontare l’esperienza
Nella scuola primaria, bambine e bambini hanno raccontato la visita con bellissimi disegni. Un pomeriggio è stato dedicato a un laboratorio di drammatizzazione, in cui si sono esplorati ruoli diversi, immedesimandosi nelle mucche e negli allevatori, trasformandosi in registi, sceneggiatori e narratori. Questo, secondo gli insegnanti, ha suscitato entusiasmo, rendendo l’attività "divertente, interessante e istruttiva", come confermano gli allievi.
Il programma prosegue con un laboratorio di degustazione del latte e approfondimenti tematici. L’obiettivo è creare spunti da condividere con i giovani dell’istituto tecnico agrario, che realizzeranno le riprese e le interviste nelle aziende già visitate. In questa scuola gli studenti stanno lavorando attivamente alla sceneggiatura del documentario. Dopo un’iniziale titubanza, i docenti notano un coinvolgimento sempre maggiore. Anche gli studenti che hanno risposto al questionario di monitoraggio hanno espresso interesse e curiosità per il proseguimento del progetto.
Proseguiamo insieme!
I referenti del progetto ringraziano i docenti per il loro impegno, cruciale per concludere con successo questo percorso e auspicano di vedere presto il documentario realizzato, coinvolgendo anche altri studenti e scuole.
Allevamenti: conoscerli per valutarli
Il tema degli allevamenti sta particolarmente a cuore al professor Luca Fravolini, docente di produzione animale all’istituto tecnico agrario Piazzi di Sondrio e referente del progetto presso la scuola. Una passione che ha radici nell’infanzia in Sicilia, dove la sua famiglia si occupava di questo ambito produttivo. Un percorso universitario in agraria e successivamente in scienze e tecnologie delle produzioni animali, seguito da diverse esperienze professionali, l’hanno condotto fra gli studenti della scuola valtellinese, dove insegna con dedizione e competenza.
"Valutare la sostenibilità degli allevamenti è complesso" – spiega il docente – "gli elementi in gioco sono numerosi, e scegliere in base a pregiudizi può creare problemi. Gli allevamenti giocano un ruolo primario nelle economie delle zone montane e possono contribuire in modo significativo non solo all’occupazione e alla socializzazione, ma anche al mantenimento del territorio, attraverso pascoli, coltivazione e tutela della biodiversità. Il benessere degli animali va messo in primo piano, insieme a strategie produttive che prevedano una gestione delle risorse attenta e orientata al rispetto e al risparmio”.
Come coinvolgere e appassionare i ragazzi su questi temi? "Superata la timidezza iniziale, la possibilità di mettersi in gioco per realizzare sceneggiature e interviste filmate li stimola a cercare soluzioni accattivanti. Spero che il percorso si arricchisca ulteriormente strada facendo" conclude il professor Fravolini.
Il latte tra infanzia e adolescenza: immaginario e abitudini rispetto a un alimento universale
Il latte attraversa epoche, culture e generazioni, offrendo spunti interessanti sulle percezioni e sulle abitudini alimentari di bambini e adolescenti. Per questo il progetto è partito dal questionario “Io e il latte”, ideato per aiutare i giovani a esplorare il loro rapporto con questo alimento. Un gruppo pilota di 30 studenti della scuola primaria e 21 dell’istituto agrario ha risposto alle domande, offrendo riflessioni sul vissuto del latte. Chiara Rossi, sociologa e responsabile del monitoraggio del percorso didattico, ha elaborato una sintesi dei risultati.
Dalle risposte emerge un immaginario diverso. “Nuvola”, “cuscino”, “neve” sono alcune delle parole che i bambini della primaria associano al latte evocando purezza, morbidezza, dolcezza e conforto. Gli adolescenti dell’istituto agrario, invece, collegano il latte a “industrie lattiero-casearie” e a un “alimento salutare”, con una visione più concreta e funzionale, influenzata, forse, dai loro studi in ambito agroalimentare.
Il gradimento del latte risulta molto simile tra i bambini della primaria (72,7%) e gli adolescenti (71,4%). Tuttavia, la frequenza di consumo varia: circa il 42% dei bambini beve latte ogni giorno, mentre tra gli adolescenti la percentuale scende al 23%. L’abitudine a consumare latte tende quindi a diminuire con l’età, fatto che fa pensare a routine diverse e a una maggiore varietà di alternative alimentari disponibili agli adolescenti.
Per i più piccoli, il latte è un elemento fondamentale della prima colazione, spesso favorito dal contesto familiare e scolastico. Negli adolescenti, invece, l’uso diventa più flessibile, includendo altri momenti della giornata come pranzo o cena.
Anche le modalità di consumo cambiano con l’età: i bambini tendono a bere il latte da solo o con i cereali (41,7%), mentre gli adolescenti dell’istituto agrario lo utilizzano più frequentemente come ingrediente in ricette (57,1%). Questa considerazione del latte quale alimento versatile, da integrare in piatti complessi, potrebbe essere influenzata dalla loro formazione nel settore agroalimentare.
Il 64,4% degli intervistati considera lo yogurt un’alternativa al latte, con una leggera prevalenza tra i bambini (63%) rispetto agli adolescenti (57%). I più giovani preferiscono lo yogurt come spuntino a merenda (66%), mentre gli adolescenti tendono a diversificarne il consumo, consumandolo da solo, con frutta o come ingrediente in ricette.
In merito alla conoscenza delle tipologie di latte, gli adolescenti dimostrano una comprensione più ampia, includendo latte biologico e di alta qualità, mentre i bambini
conoscono soprattutto il latte pastorizzato e UHT. Pare dunque che l’età e la formazione accrescano l’esposizione a una maggiore varietà di tipi di latte e una comprensione più approfondita delle loro caratteristiche.
Come prevedibile, il contesto educativo dei ragazzi dell’istituto agrario li porta a una maggiore conoscenza delle fasi produttive del latte: il 90,5% di loro sa come viene prodotto, contro il 64% dei bambini della primaria. Anche i contatti diretti con il settore lattiero- caseario si manifesta attraverso le esperienze dirette: sebbene tutti gli intervistati siano interessati a visitare gli allevamenti, solo il 45% dei bambini della primaria ha già avuto questa esperienza, mentre il 95% degli studenti dell’agrario afferma di averla vissuta.
“La percezione del latte evolve dall’infanzia all’adolescenza, passando da simbolo di dolcezza ad alimento legato ai cicli produttivi dell’agricoltura. Nonostante le differenze di età e abitudini, il latte rimane un alimento apprezzato e mantiene la sua rilevanza come prodotto universale e versatile”, conclude Chiara Rossi.
Carla Barzanò
Carla Barzanò, dietista, giornalista, esperta di didattica dell’educazione alimentare, autrice di diversi libri dedicati ai bambini e alle famiglie, conduce dal 1989 laboratori di cucina e di assaggio per adulti e bambini. Ha progettato e coordinato numerosi progetti di educazione del gusto costantemente monitorati e rinnovati con la metodologia della ricerca-azione, con l’obiettivo di valorizzare gli aspetti quotidiani dell’alimentazione. In queste sedi ha incontrato un folto gruppo di interlocutori, di ogni fascia d’età. Si impegna a divulgare pratiche per una alimentazione sostenibile in sintonia con gli obiettivi dell’agenda Onu 2030.