Lunghezza
5 km
Dislivello
138 metri
Tempo di percorrenza
1 ora e 30 minuti
Percorribilità
tutto l'anno
Sondrio piccola cittadina, si adagia su una verde conca tra i due colli di Triangia e del Grumello, con la Valmalenco alle spalle, circondata dalle imponenti vette delle alpi Retiche e dalla più lineare catena delle Orobie, non è nata così come la ammiriamo ora, con questa bella corona di vigne e di boschi.
La verde conca è stata scavata nel corso dei millenni dalle acque dell’Adda e del Mallero e modellata dal ghiacciaio che, percorrendo tutta la valle fino a un’altezza di quasi 1000 m, andava morire ai margini della pianura padana.
Con il disgelo il terreno cominciò a coprirsi di vegetazione e divenne fertile, permettendo all’uomo di viverci dapprima nutrendosi grazie alla caccia, poi alla pastorizia e all’agricoltura. I primi abitanti di Sondrio si insediarono nella falda pedemontana perché il fondo della valle era ancora interessato da alluvioni e sconvolgimenti tellurici. I primi uomini giunti qui, risalendo la valle, furono liguri ed è molto probabile che proprio loro abbiano importato le prime pianticelle di vite iniziando le opere di edificazione dei terrazzamenti per mezzo di muri a secco con un’arte che incredibilmente dura da allora.
Andiamo ora alla scoperta di Sondrio, tra palazzi storici, ville barocche e rinascimentali, piazze, ma anche natura.
Partiamo dalla Stazione ferroviaria, che lasciamo alle spalle percorrendo Corso XXV Aprile per dirigerci verso Piazza Campello, la seconda piazza principale di Sondrio.
Il 16 giugno 1885 fu una grande giornata per Sondrio: arrivò, infatti, il primo treno da Colico e la città fu per tutto il giorno piena di gente venuta dai paesi vicini ad ammirare il prodigio. La folla stessa era uno spettacolo interessante perché i contadini vestivano ancora i costumi tradizionali pittoreschi e ricchi di colore.
Affaccia su questa Piazza il Municipio - Palazzo Pretorio - la cui di origine cinquecentesca è ben testimoniata dal portale di ingresso a bugna di diamante e dagli stemmi ad affresco nei corridoi d’ingresso – e la Chiesa collegiata dei Santi Gervasio e Protasio, i Santi protettori della città.
Palazzo Pretorio ha una forma ad U e si sviluppa su quattro piani, di cui uno interrato. La sua facciata ha una forma leggermente curva. Venne modificato più volte nei secoli, ma l’aspetto che vediamo oggi è in gran parte dovuto alla ristrutturazione iniziata nel 1915 dall’ingegnere comasco Antonio Giussani. Le decorazioni a graffito e gli affreschi sulle pareti esterne si ispirano all’architettura rinascimentale lombarda e locale.
L’edificio principale di Piazza Campello è però la chiesa Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio. L’edificio attuale venne costruito sui resti di una chiesa più antica risalente al XII secolo, abbattuta interamente nel settecento per poi essere ricostruita su progetto di Pietro Ligari, il maggiore tra i pittori sondriesi, le cui opere si possono ammirare in numerose chiese valtellinesi. I lavori per la ricostruzione della chiesa, cominciati da Ligari nel 1727, furono oggetto di diverse modifiche.
Ciò ha determinato uno stile disomogeneo nelle varie parti della Chiesa: la navata barocca risalente al settecento si contrappone alla facciata neoclassica, così come al presbiterio dello stesso stile.
Gli interni sono organizzati su di un’unica navata e tre campate chiuse da volte a botte. Qui si possono vedere alcuni dipinti seicenteschi di Pietro Ligari, come il miracolo di San Gregorio Magno e l’adorazione del Santo Sacramento.
Accanto alla collegiata si trova la Torre Ligariana, il campanile della Chiesa. Alta 59 metri è suddivisa in un basamento, circondato da sedili in pietra e una fontana, un corpo centrale che giunge fino alla cella campanaria caratterizzata da quattro finestroni ad arco (uno per lato), e un tetto con cupolino e una sfera su cui è installata la croce.
Lasciamo la Piazza Campello imboccando la via Cavallotti per addentrarci in un dedalo di viuzze che rappresentavano l’anima commerciale di Sondrio. Sono ancora presenti drogherie, negozi di abbigliamento, casalinghi, alimentari con prodotti tipici, che meritano una visita. La via Dante ci porta in Piazza Cavour, tra le più antiche piazze di Sondrio.
Per secoli Piazza Cavour è stata luogo di mercato e scambio di merci provenienti da tutta la Valtellina. Dalla piccola scalinata accanto al muro da cui sgorga l’acqua che si getta in una fontana a raso simboleggiante lo scorrere degli antichi Malleretti, piccoli corsi d’acqua derivanti dal torrente Mallero, saliamo verso l’argine del torrente Mallero e lo percorriamo verso nord. Dopo poche decine di metri deviamo a destra per visitare la contrada Fracaiolo, sede, durante il medioevo, di vari opifici e attività artigianali che sfruttavano le acque del Mallero come forza motrice per le loro attività. Oggi si vede il grande lavatoio coperto, la roggia con le chiuse del canale Malleretto e alla fine della via si torna lungo l’argine.
Giungiamo al ponte di Gombaro, che attraversiamo alla volta di sentiero sterrato che si snoda lungo un bosco salendo in modo abbastanza deciso per poche centinaia di metri verso la contrada Ca’ Maioni, dalla quale raggiungiamo la passerella delle Cassandre. Le Cassandre sono le gole nelle quali si getta il torrente Mallero uscendo dalla Valmalenco. Dopo aver attraversato la passerella lunga 145 m, alta 100 m, si giunge a Ponchiera, un piccolo centro abitato da cui si gode un bellissimo panorama. Da qui si torna verso Sondrio scendendo per un breve tratto lungo la strada provinciale fino al Castel Masegra. Il castello che domina Sondrio, in posizione strategica all’imbocco della Valmalenco, è l’unica struttura militare di Sondrio d’origine medievale ad essere rimasta integra e attiva fino ai giorni nostri.
Modificando nel corso dei secoli, la sua funzione e la sua struttura architettonica, fino ad assumere l’aspetto così stratificato ed eterogeneo che oggi lo caratterizza. Oggi ospita il CAST - il CAstello delle STorie di montagna: un’esposizione permanente dedicata alle storie di montagna.
Dal Castello imbocchiamo la via Scarpatetti: l’antico quartiere contadino che ha mantenuto quasi del tutto intatte le sue caratteristiche: qui si affacciano tuttora le tipiche case rurali con ballatoi in legno, gli “involt” in pietra, i sostegni dei lumi a petrolio, le pietre “per la pòsa”.
Attraversando il quartiere si incontrano, tre piccole cappelle dedicate al culto mariano, che segnavano i tre periodi in cui la via era in festa, a testimonianza della devozione popolare. Alla fine della via si apre Piazza Quadrivio su cui si affaccia Palazzo Sertoli, con il suo magnifico Salone dei Balli affrescato e il giardino con un’importante collezione di sculture contemporanee. La Piazza deve il suo nome all’originaria funzione di luogo di transito e sosta dei carri (da “Carravium”) che entravano nell’abitato dalla porta orientale, “Ponta de Prada”, era però anche il collegamento tra la zona nobiliare (la “Via dei Palazzi”) e il quartiere contadino di Scarpatetti.
Prendiamo via del Gesù per arrivare al Palazzo che ospitava la Società Enologica e tutte le attività legate alla vinificazione e alla commercializzazione del vino valtellinese. Il Centro "Le Volte" si trova nelle suggestive cantine in sasso. Li si trovava la botte più grande del mondo, chiamata Noè, che purtroppo venne smantellata negli anni 60. Dopo che la società si sciolse, negli anni 90, i piani esterni del palazzo vennero destinati alla sede di uffici Regionali mentre le cantine divennero comunali e sono oggi è il luogo dedicato agli eventi enogastronomici in cui degustare i prodotti del territorio.
Seguiamo per poche decine di metri la via Piazzi a lato del palazzo Parisi, sede della Camera di Commercio per giungere ai giardinetti Sassi, che costituivano i giardini dell’antico Palazzo nobiliare e al Museo Civico, il MVSA, che si trova nel Palazzo Sassi De’ Lavizzari. Percorriamo via Lavizzari per poi piegare verso via Parravicini, incrociare la Piazzetta Angelo Custode, su cui si affacciano l’omonima Chiesetta, i Palazzi Marlianici e Longoni e da cui saliamo per vicolo San Siro fino a giungere alla scalinata Ligari, che percorreremo in discesa fino a tornare in Piazza Cavour.
Scegliamo di percorrere l’argine del Mallero verso sud per ammirare, al di là del ponte, il Palazzo Guicciardi, sede del BIM Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano dell'Adda e del Mera e trovarci nei giardini del cinquecentesco Palazzo Martinengo, nel cui giardino si possono ammirare una porzione delle mura medievali e l’obelisco in marmo bianco con figure allegoriche, scolpito nel 1834 da Giuseppe Croff, oggi è sede di uffici comunali e ospita, a pian terreno, l’interessante Museo dei Minerali “Fulvio Grazioli”.
La Piazza Garibaldi, circondata da edifici in stile sobrio e classicheggiante, è la principale piazza di Sondrio. Troviamo il Teatro Sociale, inaugurato nel carnevale del 1824, Casa Lambertenghi (1826), il Palazzo ex sede della Banca d’Italia, il Grand Hotel della Posta e il Palazzo della Banca Popolare di Sondrio.
Non ci resta che tornare verso la stazione percorrendo la via Vittorio Veneto lungo la quale si trova Palazzo Muzio, progettato dall’importante architetto milanese Giovanni Muzio nel 1930, per ospitare gli Uffici di Provincia, Prefettura e Questura.
Il Palazzo occupa buona parte dell’isolato urbano compreso fra le vie Vittorio Veneto e XXV Aprile, tra loro connesse attraverso il passaggio coperto e la corte interna intorno al quale si articola il palazzo.