Una bimba che beve il latte da una ciotola di legno, un casaro soddisfatto del suo lavoro, un giovanissimo “cascin” pronto ad imparare i segreti del mestiere, una ragazza di ritorno dall'orto... Li riconoscete? Sono i personaggi che caratterizzano i pack della Latteria di Chiuro, dal latte ai prodotti freschi, dal burro ai formaggi stagionati. Un piccolo mondo creato dall'illustratrice Inge Padovani, che collabora con la Latteria di Chiuro dal 2007 nella creazione di confezioni ed etichette delle nostre specialità.
E se un'immagine comunica in modo immediato con tutti noi, trasmettendo emozioni e atmosfere al primo sguardo, un progetto di questo tipo richiede tanto lavoro di elaborazione quanta creatività artistica.
“La Latteria di Chiuro è molto legata alla natura e al territorio, con un'impronta artigianale lontana dalle realtà industriali – spiega Inge Padovani – e i suoi prodotti nascono dalla tradizione di un lavoro manuale. Partendo da questi elementi ho scelto un tratto più vibrante, una tecnica materica a colori densi per restituire la realtà del prodotto e richiamare un tempo forse più lento di quello a cui siamo abituati oggi”.
Tutte le illustrazioni di Inge per la Latteria nascono dunque su cartoncino ruvido, partendo dai colori di fondo e dalle campiture per poi far emergere personaggi e dettagli. A proposito di colori: sono altro elemento chiave per trasmettere un'atmosfera, perché “ognuno di noi ha una lettura immediata e molto raffinata delle immagini, in cui il colore spesso è dato per scontato quando invece ha un ruolo fondamentale”.
Ecco perché le illustrazioni dedicate ai prodotti freschi sono caratterizzate da tinte chiare e brillanti, mentre per i formaggi stagionati si passa a toni più caldi e scuri. Un esempio? Per il Valtellina Casera Dop dominano i toni dell'azzurro e del blu, con un giovanissimo “cascin” protagonista, mentre per il Casera stagionato un'illustrazione con le sfumature del verde ritrae un ragazzo che riposa. Arancio e marrone con il ritratto di un barbuto casaro caratterizzano invece il Casera stravecchio. Scelte che nascono da un progetto che codifica alcuni punti, spiega ancora Padovani, per poi lasciare spazio alla costruzione dell’immagine, utilizzando tutte le possibilità del tratto grafico che “è un linguaggio vero e proprio, esattamente come quello verbale”. Un percorso che non sempre è immediato, perché le idee tante volte hanno bisogno del giusto tempo per maturare e prendere la forma definitiva.
E ogni prodotto propone una sfida diversa: “Nelle illustrazioni più grandi si può sognare un piccolo mondo, come se aprissimo una finestra di vita in cui tuffarsi – racconta Padovani -, mentre le etichette più piccole presentano un'interessante sfida tecnica, per riuscire ad inserire in poco spazio gli elementi che caratterizzano il prodotto”.
Senza dimenticare un’altra sfida che coinvolge insieme l’artista e l’azienda: conciliare la creatività e le sue potenzialità comunicative con le necessità dell’organizzazione produttiva, in termini di tempi, forme e dimensioni dei pack e così via.